Si tratta di alcune indicazioni fornite da OSOR (Open Source Repository and Observatory), un sito relativamente recente lanciato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma IDABC.
Queste indicazioni riguardano il software open source, dando informazioni pratiche e legali per l'utilizzo nell'ambito della Pubblica Amministrazione nei paesi europei, agevolando quindi il processo che porta a incorporare il software open source e i relativi servizi nell'amministrazione.
L'obiettivo è quindi quello di dare delle linee guida uniche, in modo che ogni Stato Europeo ha un punto di riferimento, soprattutto se non si è in grado, come spesso accade (non solo in Italia), di portare avanti una scelta tecnica a livello nazionale.
Il documento mostra e sottolinea, infatti, che c'è un gap per quanto riguarda l'IT molto marcato tra nazioni soprattutto del nord europa e quelle dell'area mediterranea.
Cita l'Italia (ovviamente) tra i least developed insieme ai seguenti stati: Bulgaria, Cipro, Grecia, Polonia, Romania, Slovacchia, Ungheria e Lettonia.
Passando di nuovo all'open source, sottolineo due dati che mi hanno tutto sommato fatto piacere (fonte: MERIT 2005 (FLOSSPOLS LocGov Survey)):
- una ricerca ha rilevato che nel 2005 circa il 79% di governi europei locali ha usato software open source, anche se in diverse modalità e quantità;
- Alcuni Stati tra cui spiccano Spagna, Austria, Italia e Germania hanno una percentuale di utilizzo dell'open source nel settore pubblico piuttosto rilevante.
Per chi fosse interessato, è possibile scaricare il file .pdf di 117 pagine a questo indirizzo, in cui viene anche precisato che è una versione provvisoria e che consigli e correzioni sono benvenuti.
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